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Rivolte popolari e appuntamenti dal dentista (ovvero cosa fare in caso di tradimento stalinista?)

Un testo collettivo sugli eventi del 20 ottobre ad Atene.

 

 

Rivolte popolari e appuntamenti dal dentista (ovvero cosa fare in caso di tradimento stalinista?)

Nei giorni scorsi abbiamo faticato a mettere insieme i pensieri su ciò che si e’ dispiegato davanti ai nostri occhi in piazza Syntagma il 20 ottobre – per non parlare di mettere mano alla penna! Certo, avevamo gia’ sentito parlare delle famigerate e oscure  storie di tradimento del Partito della Sinistra qui in Grecia. La macchia scura di Varkiza: un tratto di penna che ha svenduto le speranze di migliaia di persone in cambia della salvaguardia dell’élite del partito. Le menzogne ​​sulla rivolta Politecnico del 1973, una rivolta che il partito non era riuscito a controllare e che, per questo motivo, veniva bollata dal KKE come l’azione di pochi provocatori. La presa della Scuola di Chimica nel 1979, durante la quale i giovani del partito, schierati in formazioni militari, seguivani gli ordini diretti della polizia. O ancora nel 1998, quando la loro cooperazione ha portato all’arresto di quasi 200 anarchici. Certo, questi eventi sono stati raccontati e ribaditi più e più volte e hanno ormai acquisito un posto formidabile nella nostra coscienza collettiva, inscritta nel profondo dei nostri sentimenti, e nel nostro atteggiamento verso questo scoglio montuoso – sia nella sua grandezza che nella sua robustezza – della sinistra greca, il KKE.

Eppure, vivendo cio’ che accade in strada, si subisce un effetto raggelante. Vedendo la prima linea del PAME (il fronte sindacale del KKE) incatenati di fronte a noi, con le spalle verso il Parlamento, siamo rimasti, come tanti altri, di stucco. Non ci sarebbe voluto un indovino per prevedere cosa sarebbe accaduto dopo. “Gente, state attenti: ci tradiscono di nuovo come a Varkiza” – lo slogan non poteva che essere il preludio verbale di una grande confusione.

Noi non sosterremo mai il lancio forsennato di molotov all’interno di una folla di dimostranti, anche se questa folla stava rigorosamente seguendo gli ordini del partito di salvaguardare la giunta parlamentare che avevamo davanti. Molotov che sono state gettate all interno dello spezzone e non solo contro la prima linea del PAME. Siamo soggetti storici, formati dal tempo in cui viviamo – e interpretare la folla selvaggia di giovani ateniesi che si è rapidamente riversata per le strade come un esercito di “provocatori”, non può che supportare la lettura cospiratoria della storia che ha il KKE (questa volta, purtroppo , condivisa da una larga parte della sinistra). Eppure anche noi siamo soggetti potenzialmente rivoluzionari – o almeno così ci dicono di essere: di sicuro, il KKE ha subito la sua più grande sconfitta per le strade degli ultimi decenni, forse una prova di come e con che ritmo stanno cambiando le cose nelle strade Atene negli ultimi mesi, settimane e giorni. Ma cosa ci lascia? Questa è davvero una vittoria? In termini di comunicazione, in troppi sembrano felici di poter credere che le migliaia di persone allineate di fronte al PAME Giovedi scorso erano “provocatori della polizia” o “hooligan”. Peggio ancora, la maggior parte della sinistra si e’ detta “impreparata”, “non pronta” per l’assalto al Parlamento – credendo cosi’ di poter giustificare la sua patetica mancanza di volontà di sfondare la linea rossa del consenso democratico. Si e’ spinta fino ad affermare che nessun “assalto il Parlamento” era stato programmato per quel giorno, e che quindi il KKE non stava difendendo il palazzo del parlamento ma solo i suoi manifestanti….

… Il deficit ideologico della sinistra la rende irrilevante nell’attuale processo politico e storico. Non da ultimo, a causa della sua ossessione religiosa dell’avvento di una ‘dittatura del proletariato’, in un futuro giorno di liberazione, il PAME  deve proteggere il Parlamento, fino a quando il Giorno Santo non verra’. Nulla deve accadere spontaneamentenessuna deviazione dal percorso tracciato e’ consentita. Utilizzando falsi dilemmi di ‘violenza contro i manifestanti non violenti che tentano di proteggere la democrazia’, il KKE sta cercando di convincere tutti noi che l’atto di rivoluzione appartiene a una classe sociale ben definita, che fa uso di metodi non violenti per rovesciare il capitalismo. Eppure, le rivolte e le rivoluzioni non seguono programmi ben scanditi – non lo hanno mai fatto e mai lo faranno – non si tratta di appuntamenti dal dentista! E ancora (come gli appuntamenti dal dentista), sono intrinsecamente violenti: chiunque sostiene che il cambiamento radicale può avvenire senza violenza si sta ingannando o sta ingannando di proposito la gente, cercando solo di calmare le acque.

In un momento in cui il popolo ateniese sta raggiungendo il punto di svolta rivoluzionario nei suoi cuori e nelle sue menti, ogni atto che impedisce alla gente di realizzare il proprio potenziale rivoluzionario è un grande atto di tradimento storico. Siamo fermamente contro la Giunta parlamentare, il plesso del potere nel territorio greco e molto oltre. Stiamo usando la nostra azione rivoluzionaria per combattere nelle strade. Stiamo usando il nostro spirito rivoluzionario per immaginare vie di fuga diverse dall’incubo parlamentare.

Il 28 ottobre è la giornata nazionale greca del “colpisci il tuo politico locale”

In quella che doveva essere una giornata di propaganda nazionalista, con parate militari in tutto il territorio greco (un residuo delle dittature militari) per celebrare la “giornata nazionale”, le cose hanno preso una piega molto diversa. A Salonicco, il presidente greco della democrazia e’ stato costretto a lasciare la parata militare sotto la costante pioggia di fischi e la parata è stata successivamente annullata. A Patrasso e Heraclion, politici locali si sono ritrovati in una tempesta di uova e fischi.

Nella città settentrionale di Xanthi, gli studenti locali hannp  abbandonato la sfilata, scegliendo di manifestare per le strade della città:

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… E nella piccola città centrale di Trikala, un membro locale del PASOK è stato picchiato da un manifestante infuriato sotto i fischi di centinaia di persone:

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Ci sono segnalazioni di ulteriori turbolenze in Agrinio, Pyrgos, Mytilini e in tante altre città greche. Gli eventi di oggi sono del tutto senza precedenti, in quanto è la prima volta vengono cancellate parate militari sotto la pressione della rabbia popolare.

Parate militari annullate nelle città greche di Salonicco, Patrasso e Heraclion a a causa della rabbia della gente

Pochi minuti dopo che il presidente greco della democrazia è stato costretto a lasciare la parata militare del 28 ottobre a Salonicco, scene simili si sono  svolte  nelle città di Patrasso e Heraclion (Creta).

A Patrasso, il vice-ministro della Difesa e’ stato travolto da una pioggia di uova lanciate da manifestanti che lo hanno costretto ad allontanarsi in silenzio.

Ad Heraclion, la gente ha preso d’assalto i palchi dei funzionari, facendo anche qui annullare la sfilata.

Tutte queste sono scene senza precedenti: nella storia greca, è la prima volta che vengono cancellate parate militari.

Presidente greco della democrazia costretto a lasciare la parata militare d’ispirazione fascista dopo che delle persone ne hanno occupato una parte del tragitto

Pochi minuti fa il presidente greco della democrazia (Karolos Papoulias), e’ stato costretto a lasciare la parata militare (fascista) di commemorazione della guerra greco-italiana del 1940. Papoulias ha assistito alla scena stordito, mentre veniva fischiato dalla gente, proprio dinnanzi a tutti i funzionari, la scena e’ continuata finche’ non e’ intervenuta la polizia anti-sommossa. In Grecia, marce militari e scolastiche sono un retaggio della dittatura di Metaxas (1936-1941).

Anche a Heraklion, Creta, la gente ha costretto i funzionari ad abbandonare la parata, scagliandogli contro delle uova.

Ieri, il ministro della Difesa, Panos Beglitis, è stato anche ripetutamente fischiato durante la parata di Salonicco.

Ci sono segnalazioni di scene simili in tutto il paese.

 

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Il summit dei lupi ha dichiarato allegramente: un nuovo taglio di capelli per ogni pecora nel gregge!

Si sono incontrati sorridenti in abiti eleganti. Dopo settimane e mesi di ritardo, delibera  dopo delibera, hanno preso delle decisioni. I mercati stanno già “festeggiando”, e questo può solo far scorrere un brivido lungo la schiena, una prima, naturale, rispostaa istintiva: qualcosa non va.

Esistono molti modi attraverso i quali si puo’ dichiarare default e ne esistono mille altri, ed ora diventa chiaro che per scongiurare questa dichiarazione si sta scegliendo di prolungare questo stato di miseria rendendo  l’incertezza e la paura dello stato di emergenzapermanti.

Davanti ai nostri occhi, in pochi mesi, settimane e giorni, l’esperimento greco di attuare un nuovo tipo di governance sta prendendo forma. Un paradigma in cui tutte le decisioni sono prese nell’ottica dell’emergenza, artate per impedire alla gente di comprenderne il contenuto, in un sistema in cui le persone sono incessantemente vessate da leggi, decreti, riunioni d’affari.

Questi lupi non sono più nemmeno interessati a mantenere in vita il sistema – il loro terrore sta conducendo tutti alla disperazione, e l’invocazione continua di una misteriosa, quasi divina (perche’ assolutamente inspiegabile), crisi può durare ancora molto. Essi continueranno a sfruttarci e atrattarci come pecore. Questo stato di cose si perpetuera’ fino a quando non decideremo di riprendere la nostra vita, la nostra capacità di autodeterminarci collettivamente!

Nonnina Riot

Dopo Loukanikos il cane Riot, Atene haun nuovo simbolo di speranza e di resistenza globale che si fa strada… la Nonnina Riot!

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La Nonnina Riot, stanca della brutalità della polizia, è apparsa dal nulla determinata ad attaccare la polizia greca con pietre e marmi. Il filmato è stato girato il 19 ottobre, ad Atene, durante gli scontri contro le misure di austerità.Riot ad Atene, 19 ottobre 2011

Come ricollegare un contatore elettrico disconnesso

Dal blog del collettivo anarchico Sinialo

Il video è in greco, ma i passi sono molto semplici: tutto quello che dovete fare è svitare la fornitura di energia elettrica, avendo cura di riavvitarlo evitando di lasciare prove evidenti dell’alterazione. Dovete trovare un fusibile tra i 35 e i 40A e la sua base in ceramica – e’ facile ed economico, si trovano entrambi in tutti i negozi di elettronica. L’utilizzo di un cacciavite tester (in grado di indicare la corrente elettrica) mostra se c’e’ corrente. Si inserisce il fusibile nella sua base (che può andare solo in un modo) e si avvita. Chiudete il coperchio, avvitate nuovamente. Lasciate il segnale “disconnesso” e… il gioco è fatto!

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Dimitris Kotsaridis, manifestante 53enne muore vittima della “guerra chimica” della polizia – traduzione ufficiale del bollettinomedico

ULTIMO AGGIORNAMENTO, ore 18,26 (20.10.2011):il manifestante53enne era un membro del sindacato stalinista, PAME. Il suo nome era Dimitris Kotsaridis. E ‘ufficialmente confermato dall’ospedale che il 53 anni de’ stato condotto in ospedale senza alcuna ferita alla testa e che è morto per aver inalato una quantita’ eccessiva di gas lanciati dalla polizia.

Una traduzione approssimativa del bollettino medico ufficiale emesso dall’ospedale Evangelismos:

Alle ore 16.45 di questa sera un uomo di 53 anni è stato condotto al nostro ospedale dall’Ambulanza senza pulsazioni, con cardiogramma piatto. La vittima era priva di ferite evidenti ma i tentativi dei medici di rianimarlo si sono rivelati infruttuosi.

Risoluzione dell’Assemblea Popolare di piazza Syntagma, 21/10/2011

Dopo Varkiza [1], il Politecnico [2], la Scuola di Chimica (1979) [3] il  dicembre 2008 [4] e una serie di altri casi, la realtà ancora una volta rivela il ruolo del Partito che tradisce sistematicamente le lotte popolari. E se fino ad ora hanno strangolato, con le loro cariche politiche ogni sciopero generalizzato e determinato in tutti questi anni, se hanno insultato tutte le rivolte come una “provocazione”, d’ora in poi la storia dimostra che non sono “semplici errori politici”, ma una posizione consapevole e coordinata per difendere la dittatura parlamentare e dei rapporti capitalistici finanziari e sociali. Questo è quello che hanno fatto ieri (20/10), troppo, anche se fino a quel punto hanno chiamato il popolo alle manifestazioni per il rovesciamento del governo. Invece di proteggere chi circondava il parlamento ne hanno protetto il regolare funzionamento, hanno agito ancor più barbaramente della polizia, spaccando le teste e consegnando manifestanti alle forze della repressione. La cosa peggiore che hanno fatto è stato di legittimare lo Stato, che ha ucciso uno dei loro compagni, accusando dell’omicidio una certa violenza parastatale.

Da ieri, in modo definitivo e irreversibile, il cosiddetto “Partito Comunista” non è altro che una barriera contro il tentativo di seppellire il cadavere parlamentare. Qualsiasi essere umano libero che lotta per la propria dignità in questi giorni cruciali deve individuarlo politicamente come un bersaglio. Questa frase non deve essere letta come una scissione nel movimento. Potremmo avere problemi comuni e obiettivi comuni con gli elettori del “Partito Comunista”, ma la politica e la pratica della leadership  dalle cui labbra pendono segue gli ordini del governo e degli inviati del FMI e UE della BCE. Non abbiamo mai marciato fianco a fianco con loro, non saranno mai con noi. Dobbiamo tutti tenere presente che il “Partito Comunista” agirà come una quinta colonna del regime dittatoriale, sperando ancora una volta di afferrare qualche briciola dal tavolo parlamentare, proprio come ha fatto nel 1990 [5].

La posizione di tutti i gruppi politici, siano essi parlamentari o non, che ha sostenuto gli atti del “Partito Comunista”, sia indirettamente che con il loro silenzio, o direttamente con le loro dichiarazioni, è altrettanto condannabile. Fino a quando questi partiti rimangono all’interno di un parlamento composto di destinatari degli ordini della Troika e continuano a ricevere i loro stipendi grassi, sono interamente corresponsabili di quello che è successo finora e di quello che verrà. Il loro voto negativo al memorandum e le leggi votate insieme rivelano con precisione il loro ruolo nella dittatura: fornendo l’alibi della democrazia e della pluralità delle voci, sostengono  completamente il parlamento di rappresentanti, in modo che il popolo impoverito continui a contare i voti in ogni seduta fissa  e predeterminata di voto delle leggi che cancellano il suo futuro – e al tempo stesso, sono alimentati con l’illusione che qualcuno parli in loro nome e nel loro interesse. Così, lasciano l’opposizione ai professionisti della politica, e non sentono il bisogno di reagire immediatamente e di persona. Qualsiasi voto, anche per i partiti extraparlamentari di “estrema sinistra” alle elezioni nazionali e locali non è altro che olio negli ingranaggi [della macchina] e una legittimazione della “correttezza” della dittatura parlamentare.

Dal 25 maggio, quando ci siamo radunati in piazza, abbiamo rivelato che la democrazia diretta è la capacità di ciascuno di noi di partecipare, di consultarci l’un l’altro, di modellare le idee insieme in modo autonomo, lontano dalle etichette ideologiche o parlamentari. Resteremo qui, contro il loro parlamentarismo e la loro burocrazia fallimentari.

Stiamo prendendo NOSTRA VITA nelle nostre mani

DEMOCRAZIA DIRETTA ORA

Assemblea popolare di piazza Syntagma, 21/10/2011

1. Riferimento al trattato del 1945 di Varkiza, dove il Partito Comunista ha tradito la lotta armata e migliaia di combattenti della guerra civile in cambio della sua legalità nel nuovo regime
2. Riferimento alla posizione originale del Partito comunista contro la rivolta del Politecnico del 1973, che determinò l’inizio del crollo della giunta fascista. Allora definì gli studenti, molti dei quali furono uccisi, “provocatori della polizia”
3. Riferimento agli incidenti del 1979 presso la Scuola Chimica di Atene, dove i membri del Partito comunista hanno spezzato l’occupazione della scuola, collaborando direttamente con la polizia
4. Un riferimento, ovviamente, alla più recente condanna della rivolta del dicembre 2008
5. Riferimento all’accordo del Partito comunista due principali partiti parlamentari, ND e PASOK, nel 1990

Lista dei settori in sciopero nei prossimi due giorni – informazioni sui trasporti

Mappare tutti i settori che saranno in sciopero questa settima è un compito assai complesso; sono quasi tutti in sciopero. Ecco una breve descrizione:

– GSEE e ADEDY (I due sindacati principali) saranno in sciopero il 19 e 20 ottobre. Ci si aspetta che un grande numero di lavori del settore pubblico e di quello privato parteciperanno.

– Martedì, i lavoratori portuali, gli impiegati degli uffici che si occupano delle imposte, i lavoratori del ministero delle finanze, gli avvocati, gli impiegati comunali, i lavoratori della Bance dell’Agricoltura e i medici degli ospedali pubblici saranno in sciopero.  Anche i meccanici del settore pubblico parteciperanno allo sciopero.

– Martedì, mercoledì e giovedì non ci saranno né treni né metropolitane in funzione.

– Gli operatori di volo saranno in sciopero mercoledì e giovedì.; molti voli saranno ritardati o cancellati.

– Ad Atene, la maggiorparte dei mezzi pubblici sarà in funzione,  prossimi aggiornamenti seguiranno.

– Mercoledì non ci saranno stazioni di rifornimento, banche, forni o altri esercizi commerciali aperti.

E’ da notare che i lavoratori dei trasporti pubblici hanno deciso di astenersi dal lavoro solo per alcune ore (la prima e l’ultima del loro turno) in modo da aiutare i manifestanti a raggiungere i cortei indetti per lo Sciopero Generale.