-Qualche ora prima il tribunale ha deciso di scarcerare Vasilis Saraliotis.
Saraliotis è uno dei due poliziotti che la notte del 6 dicembre 2008 ha attaccato un gruppo di teenager ad Exarcheia, uccidendo Alexandros Grigoropoulos e innescando così una sommossa popolare.
15:30 GMT+2 Tensione a Syntagma dove la polizia cerca di mandare via dalla piazza i manifestanti. Scontri anche in via Amalias e corso Vas. Sofias dove il sindacato degli insegnanti ha provato a violare la zona rossa ed è stato caricato dalla polizia. I lavoratori della metro hanno lasciato aperta la stazione di piazza Syntagma, dove è stato attivato un cordone di difesa per proteggersi dagli attacchi della polizia mirati ad impedire il trasporto dei feriti. Nonostante questo, la polizia è riuscita ad entrare, ferendo gravemente altrui due manifestanti. I lavoratori della metro sono in sciopero ma stanno comunque assicurando il trasporto dei manifestanti per la giornata di oggi.
Ad Atene sono in migliaia a manifestare, è stato stimato che il solo spezzone dell’ADEDY (sindacato dei lavoratori del settore pubblico) ha 10.000 manifestanti. Ci sono già stati almeno quattro arresti, fra i quali anche dei ragazzi di 17 anni. C’è anche almeno un ferito grave ma il numero potrebbe crescere dato che è difficile avere notizie precise finché siamo in strada.
Nella mattinata è anche stata diffusa la notizia dello spostamento al 24 ottobre dell’udienza per il gruppo di guerriglia urbana Revolutionary Struggle perché gli avvocati degli accusati sono anche loro in sciopero.
Prima di essere riportati in cella, gli accusati hanno rilasciato una dichiarazione ai giornalisti, riportiamo alcune delle loro parole:
“Oggi il bisogno di un gruppo armato proletario non è espresso solo nei volantini di Revolutionary Struggle; lo si ritrova anche nei pensieri e nelle parole di un crescente numero di persone, che vedono in questa forma di lotta l’unico modo per opporsi alla dittatura dello Stato del Capitale, per uscire dalla crisi sistemica, per difendere le masse e il pianeta dallo sfruttamento cruento delle elite transnazionali”.